La decisione su quale dovesse essere il soggetto artistico delle vetrate che avrebbero abbellito la chiesa dopo i lavori di restauro fu dibattuta in diverse riunioni parrocchiali. Così la comunità risolse che le nuove vetrate, fedeli alla tradizione pittorica medievale che vedeva nei grandi cicli di affreschi le "pagine della bibbia dei poveri", avrebbero raffigurato La Storia della Salvezza. Avrebbero altresì seguito uno stile figurativo, nonostante in quegli anni fosse in voga anche lo stile astratto: dalla Creazione all'episodio della nascita di Gesù Cristo, fino al Giudizio Universale, esse avrebbero descritto in modo semplice e chiaro la storia dell'umanità.
Nella decisione a chi affidare l'incarico di una narrazione così impegnativa, davanti a nomi all'epoca rinomati come i maestri vetrai Cavallini e Silvestri, si scelsero i disegni di colui che aveva in quel momento la direzione dei lavori di ristrutturazione e ampliamento, l'architetto Lorenzo Rosa Fauzza, che assunse favorevolmente l'incarico.
Le vetrate della nostra chiesa si distribuiscono in più punti, ma il ciclo principale occupa la navata: a destra dell'altare maggiore, dall'ingresso sono illustrati gli episodi della Creazione, del Peccato Originale, di Abramo, di Mosè, di Isaia con l'Emmanuele e dell'Annunciazione; dall'altro alto, la Nascita di Gesù con l'Adorazione dei Magi, il Battesimo di Gesù, Gesù Maestro, il Figliol Prodigo, l'Ultima Cena e la Morte di Gesù. Tutte convergono nel grande rosone della facciata in cui è rappresentata la Resurrezione di Cristo, ossia la Salvezza, rosone che ricordiamo qui rappresenta anche l'ultima stazione della Via Crucis.
Ulteriori vetrate si trovano in facciata, nel transetto e nell'area presbiterale: le prime rappresentano la Pentecoste, le seconde sono dedicate ai quattro evangelisti, le ultime raffigurano lo Spirito Santo e alcune figure astratte.
La lavorazione delle vetrate, realizzata con materiali di pregio, è opera della rinomata bottega vetraia Poli.
© testi e immagini tratti da: A. Zorzanello, Il patrimonio artistico parrocchiale in "La Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Verona. 1933 -2013", a cura di Anna Zorzanello
Con colori luminosi nei toni del bianco e dell'azzurro scopriamo la bellezza multiforme del creato. Adamo ed Eva sono giovani e belli, protesi all'amore umano ma vegliati dalla mano potente di Dio. C'è anche, nascosto tra le piante, il serpente che veglia e attende.
La postura di Adamo ed Eva che escono dall'Eden ricorda la nostra bella pittura italiana, e rossa e fiammeggiante è la spada dell'angelo: da qui non si torna indietro. In un linguaggio semplice, il passaggio dal colorato Paradiso Terrestre al grigiore della nuova vita terrena; profondo il dolore e la rassegnazione dei due peccatori. I loro corpi si sono abbruttiti, non più luminosi ma rossastri. Adamo accetta con sofferenza la cacciata, Eva invece si volta come a chiedere un'ultima possibilità.
Abramo, primo patriarca del popolo ebraico, è raffigurato nell'episodio della prova più grande, quello del sacrificio di Isacco. Il padre, obbediente ma triste, è pronto a sacrificare il figlio che docile accetta (come Cristo accetta la sua morte). Ma l'angelo arriva veloce e impetuoso, il braccio di Abramo si blocca e sotto al suo coltello ecco apparire l'ariete. In basso c'è tutto il popolo ebreo, il popolo di Abramo, di Isacco, di Giacobbe che si incammina insieme a Gesù sull'asinello verso Gerusalemme.
E' una delle vetrate più belle per la ricchezza dei colori e varietà di immagini poste a vari livelli. La figura possente di Mosè, profeta e liberatore del popolo d'Israele, troneggia dall'alto del monte Sinai ed espone le due tavole della legge. A un livello più basso si intravedono le piramidi d'Egitto e il mar Rosso attraversato da vele bianche. Più vicino a noi tutto il popolo che cammina verso la terra promessa nel colore verde della speranza, ma più sotto, avvolto nel buio del loro peccato, c'è il popolo che adora il vitello d'oro.
E' la vetrata della profezia. L'episodio di Isaia di fronte ad Acaz è l'anticipazione della venuta di Cristo. Il profeta Isaia arriva con impeto, come rivela il suo mantello rosso mosso dal vento, ed incontra il superbo re Acaz, ben saldo sui bastioni della città e deciso a essere infedele verso Jahvè. Ma Isaia lo scuote con una promessa: "Ecce virgo concipiet et paret filium." La giovane moglie di Acaz avrà un figlio maschio e, dopo sette secoli, Maria Vergine concepirà l'Emmanuele (Dio con noi).
Maria dice il suo sì, inginocchiata davanti all'arcangelo Gabriele e illuminata dal fascio di luce che proviene dalla colomba. La bianca colomba dello Spirito Santo sullo sfondo rosso (amore) avvolge Maria con la sua potenza. Maria è giovane e accoglie la potenza dello Spirito Santo e l'annuncio dell'Angelo che arriva a Lei improvviso, come sospinto dal vento. I tre gigli bianchi sono simbolo della verginità di Maria. Il sì di Maria ci fa conoscere il sorriso di Dio.
Raffigurazione della Sacra Famiglia con l'Angelo che annuncia ai pastori la nascita del Salvatore. Questa vetrata è storia, è coreografia, è mistero. Gesù nasce nell'anno ipotetico zero ed è il centro della storia. Il suo atteggiamento di neonato ricorda già la sua futura morte, come la ricorda la tunica rosso fuoco di sua madre, vigile e timorosa del futuro del figlio. Sempre sopra tutti c'è l'amore dello Spirito Santo. Ai piedi di Maria una folla di pastori con offerte e i Re Magi che porgono doni. In alto, a sinistra, raffigurato nel buio c'è Mosè che tiene su un braccio le Tavole della Legge, e con l'altra mano indica l'Emmanuele, il Dio che si è fatto uomo come noi.
Nelle acque del fiume Giordano Gesù riceve il battesimo da San Giovanni Battista. Gesù affonda i suoi piedi, e parte del suo corpo, nelle acque blu del fiume Giordano, guizzante di pesci. Accoglie il Battesimo da Giovanni Battista, raffigurato coi sandali ai piedi, la pelle di cammello che lo avvolge e l'immancabile bastone necessario a chi frequenta il deserto. La folla partecipa e la colomba bianca dello Spirito Santo scende su Cristo: "Questo è il mio Figlio diletto, amatelo".
Gesù pescatore di uomini, raffigurato sulla prua di una barca, è annunciatore della Parola di Dio. Gesù chiama a sé gli apostoli e tutto il popolo. "Li scelse per averli con sé, per mandarli a predicare." Le acque del lago pescoso di Tiberiade sono lo sfondo naturale scelto da Gesù per attirare tutti a sé. Il suo mantello è - in modo originale - verde, non rosso, non bianco. Forse esprime la speranza che tutti dovremmo avere in Lui. Il cielo coi suoi colori dorati partecipa all'avvenimento. Una figura scura e triste è accovacciata dietro le spalle del Cristo. Che sia Giuda che l'ha tradito? E con lui tutti noi quando siamo infedeli?
E' la parabola del Padre Misericordioso che accoglie a braccia aperte il figlio allontanatosi da Lui e da Lui tanto atteso. "Lo vede quando è ancora lontano... e gli va incontro." Il cielo sopra di loro è un coro di angeli in festa, in lontananza si scorge la città, ma è la figura del Padre che troneggia nel suo grande gesto di amore, come Dio ha per noi.
Nella vetrata dominano i colori violetti e il rosso. Nel viola sono immerse le scene della passione di Cristo, il futuro che si realizzerà a breve. Nel rosso sono gli abiti degli Apostoli e di un rosso più tenue quelli de Gesù: è il colore dell'Amore. "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici:" Il momento è solenne. "Prendete e mangiate..." E' per noi l'Eucarestia. "Fate questo in memoria di me." E' l'istituzione del Sacerdozio che ci permette di avere Gesù sempre in mezzo a noi.
"Verso mezzogiorno si fece buio per tutta la regione fino alle tre del pomeriggio... allora Gesù gridò: Padre, a Te affido la mia vita. Dopo queste parole morì." In questa vetrata Gesù non è solo e abbandonato, ma gli angeli vegliano su di Lui, ai piedi c'è la madre che lo attende fra le sue braccia e intorno c'è una fitta folla di popolo che guarda e... spera. L'alone colorato che avvolge il corpo di Gesù, infatti, è verde.
Le quattro vetrate che decorano il transetto sono dedicate ai quattro evangelisti: le figure sono riconoscibili sia dai loro simboli, sia dai colori dei loro rispettivi elementi naturali. Nel transetto a destra dell'altare, tra i rossi che evocano il fuoco, Marco è riconoscibile dal leone; tra i bruni della terra Luca è invece simboleggiato dal bue.
Nel transetto a sinistra dell'altare, tra gli azzurri dell'aria, Giovanni è rappresentato dall'aquila, mentre tra i blu dell'acqua fluttua, l'uomo alato. In ogni vetrata la presenza di Dio è sottolineata da un fascio di Luce.
A scopo decorativo nella parte superiore del presbiterio sono collocate due vetrate. Realizzate in una fase successiva rispetto a quelle più rappresentative inserite ai lati della navata, rappresentano in uno stile moderno, l'una la raffigurazione della colomba dello Spirito Santo, l'altra un insieme di figure astratte che creano vivaci giochi di luce e colore.
Ai lati del portale due vetrate rettangolari alludono alla discesa dello Spirito Santo il giorno della Pentecoste: in stile astratto, dodici lingue di fuoco, effusione dello Spirito Santo, si allineano orizzontalmente, sei per parte, in un insieme di colori vivaci.
Nella vetrata circolare, raffigurante il Cristo Risorto che all'interno della chiesa rappresenta anche l'ultima tappa della Via Crucis, Gesù, avvolto nel sudario bianco, trionfa sulla morte.