La parrocchia del Sacro Cuore di Gesù conserva in chiesa e nei luoghi limitrofi alcune preziose opere artistiche. Patrimonio spirituale comunitario, esse sostengono il culto e la devozione dei fedeli che at traverso la rappresentatività dell'arte assaporano e interpretano l'essenza della Bellezza Divina. Tra i manufatti artistici, la marmorea Via Crucis di Novello Finotti, le statue dedicate al culto mariano, la pala d'altare firmata Aristide Bolla, le vetrate realizzate su disegno dell'architetto Lorenzo Rosa Fauzza, e il prezioso organo di Franz Zanin.
Senza dimenticare che quante è conservato nella chiesa è valorizzato anche dall'essenzialità e dall'eleganza con cui l'architetto Fauzza, durante la ristrutturazione, ha saputo riunire il vecchie e il nuovo, creando un gioco di volumi dal disego limpido e sobrio, all'insegna di un complesso unico e organico, funzionalmente efficiente, per nulla ibrido tra gli elementi di ieri e quelli di oggi.
© testi e immagini tratti da: A. Zorzanello, Il patrimonio artistico parrocchiale in "La Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Verona. 1933 -2013", a cura di Anna Zorzanello
Dietro all'altare, la pala pittorica dedicata al Sacro Cuore di Gesù occupa il centro del catino absidale. Il dipinto, unica porzione superstite della decorazione che in origine copriva l'intera abside, è opera del pittore veronese Aristide Bolla. L'artista la dipinse nel 1932, su commissione della famiglia Tapparini, come attestano la datazione e l'iscrizione riportate negli angoli inferiori della pala. Prima dei lavori di ri- strutturazione della chiesa, l'immagine di Cristo era inserita in un'edicola, con ai lati una teoria di santi. Ora, invece, il Figlio di Dio emerge singolarmente nell'alto dei Cieli, in piedi su una nuvola bianca, vestito di una tunica rossa, con le braccia aperte, illuminato dallo splendore del Cuore, lo sguardo rivolto all'osservatore. La figura è incorniciata da una raggiera di quindici piccoli angioletti dai visi paffuti, riccioli biondi e piccole ali bianche. Lo sfondo del quadro gioca sulle tonalità dell'azzurro, del giallo e del verde.
A Verona, il soggetto del Sacro Cuore di Gesù fu dipinto dal Bolla anche in altre occasioni: su tela nella chiesa di S. Maria del Pianto dell'istituto Provolo, ad affresco nella parrocchiale di Rosaro.
Realizzato in marmo bronzetto dalla ditta Crescini Marmi su disegno dell'architetto Lorenzo Rosa Fauzza, l'altare è di forma semplice e rettangolare. Posizionato al centro del presbiterio, occupa lo spazio delimitato dal "tappeto" di lastre marmoree Rosso Asiago con una decorazione a mosaico, che lungo il pavimento a scacchiera in marmo bianco e rosso si estende dall'ingresso fino all'area del celebrante. L'intera pavimentazione è un'opera d'arte molto raffinata, in cui il gioco dell'oro, lavorato a mosaico a Spilimbergo, è frutto di uno studio geometrico attento e preciso.
L'area presbiteriale sopraelevata, con due gradini per un'altezza di 50 cm, è stata rialzata durante i lavori di ristrutturazione. A quel periodo risalgono anche la posa della cattedra del celebrante e degli scranni laterali in rovere, e la recinzione dell'intera area con pannelli di cristallo.
Opera di ebanisteria del Maestro Manara, l'ambone richiama lo stile della sede del celebrante e della cantoria. Sul fronte è collocata una riproduzione argentea di una porta di un tabernacolo del 1700 raffigurante il discorso di Cristo sul pane della vita. La Parola diventa pane per la vita di ogni cristiano. L'ambone è stato donato da una famiglia alla parrocchia come ringraziamento personale a Dio, nel 1999.
In blocco unico di marmo Trani, il fonte battesimale è stato realizzato nel 1993 su disegno dell'architetto Lorenzo Rosa Fauzza e collocato nell'area presbiteriale, a destra dell'altare, secondo i dettami liturgici dell'epoca, in modo che i fedeli, tutto vedendo, partecipino alle celebrazioni. E' una vasca monolite, su cui è raffigurata una croce da cui scaturisce un fiore, simbolo del fiorire dei nuovi battezzati. Sotto il coperchio in ottone massiccio dorato è raffigurata a bassorilievo una cerva che si disseta alle acque, a richiamo del salmo 41, Come la cerva anela ai corsi d'acqua.
Di forma quadrata e dorata, la struttura del tabernacolo è un blocco unico di marmo di Trani, lavorato dall'unione marmisti di Sant'Ambrogio. L'interno è dorato, mentre la porta, in argento con raffigurazioni dei simboli dell'Eucarestia (grappoli, uva e spighe), contornata da una cornice a quadri e decorata con pietre dure, è opera della bottega di Ginetto Legnaghi.