Pentecoste.B
Introduzione alle letture
Prima lettura
{modal html=La Pentecoste
1 Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, 10della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
|title=Prima lettura - At 2,1-11}At 2,1-11(brano){/modal}
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.
Come l’inizio della predicazione di Gesù era stato segnato dal dono dello Spirito («Lo Spirito del Signore è sopra di me», Lc 4,18), così l’inizio della predicazione e della testimonianza della Chiesa è contrassegnato dall’effusione dello Spirito. Il simbolo del vento e del fuoco vogliono definire la presenza dello Spirito nella comunità ecclesiale come principio di vita (Gen 1,2; 2,7) e di purificazione e illuminazione. Il dono delle lingue significa innanzitutto il dono dei carismi. Ma con questo segno si vuole anche indicare un altro elemento: la molteplicità delle lingue era l’indizio evidente della frattura dell’umanità (torre di Babele: Gen 11); ora essa diviene l’indizio chiaro dell’universalità della Chiesa che è molteplice ma è unico corpo di Cristo.
Seconda lettura
{modal html=Sotto la guida dello Spirito di Dio
16Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c'è Legge.
24Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
|title=Seconda lettura - Gal 5,16-25}Gal 5,16-25(brano){/modal}
Il frutto dello Spirito.
Paolo nella finale della lettera ai Gàlati compara i due destini fondamentali dell’uomo. Da un lato c’è la «carne», cioè la scelta del peccato, accompagnata dal corteo dei suoi vizi che l’apostolo elenca, e che sono le «opere» della carne, cioè dell’uomo ribelle a Dio e peccatore. Dall’altra parte, invece, nell’uomo che con la fede lascia irrompere in sé lo Spirito di Dio, fioriscono i doni divini esemplificati in nove virtù gioiose che Paolo chiama «frutto dello Spirito». L’appello dell’apostolo è, allora, ripetuto in apertura e in conclusione come un programma di vita: «Camminate secondo lo Spirito!».
VANGELO
{modal html=26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
|title=Vangelo - Gv 15,26-27; 16,12-15}Gv 15,26-27; 16,12-15(brano){/modal}
Lo Spirito di verità vi guiderà a tutta la verità.
All’interno del fluviale discorso-testamento di Gesù nell’ultima sera della sua vita terrena (Gv 13-17) si incontrano ben cinque promesse dello Spirito Santo. Oggi ne leggiamo due, unite insieme dalla liturgia. Lo Spirito, chiamato in greco «Paràkletos», cioè «avvocato», «consolatore», espleta qui una funzione ben espressa dalla definizione «Spirito di verità». Nel linguaggio giovanneo la «verità» non è quella logica del mondo greco: è, invece, sinonimo del «vangelo»; è quindi la parola e la stessa figura del Cristo. La missione dello Spirito, donato dal Risorto alla Chiesa (Gv 20,19-23), è, allora, quella di svelare in pienezza il mistero del Cristo e della sua parola. Egli «renderà testimonianza» al Cristo davanti alla sua Chiesa perché essa ne possa essere trasformata e animata.
©testi da Messale Festivo-EDIZIONI SAN PAOLO